Un cuore sleale (G. De Cataldo, Einaudi 2020)

“Quando non si hanno sogni la vita diventa una salita piena di curve e qualche intoppo si trasforma in un montagna da scalare.”

De Cataldo propone in questo romanzo la seconda indagine del pm Manrico Spinori alle prese con un cadavere proveniente dal mare di Ostia poco prima di Natale. E’ il cadavere di Ademaro Proietti, costruttore edile al centro di un caso che apparentemente sembra protagonista di una disgrazia ma la cui vicenda ha tutti i connotati di un mistero da camera chiusa. Manrico, il pm melomane circondato da un team tutto femminile di investigrastrici, si trova così alle prese con un vero e proprio rebus dove le ragioni dell’indagine si intrecciano con i ricordi, gli eventi presenti, gli affetti di Manrico.

Ho trovato il romanzo molto ben strutturato, soprattutto grazie alla ricerca linguistica che affianca con naturalezza diversi registri linguistici con naturalezza e efficacia. Numerosi sono i riferimenti a eventi culturali realmente accaduti, elementi che condiscono la trama di interessanti considerazioni sulla nostra realtà attuale. Ho trovato, da amante della lirica, davvero vincente il connubio tra giallo e melodramma: i quadri lirici si inseriscono nella narrazione con delicatezza e al tempo stesso determinazione, andando a influire sui ragionamenti e i sentimenti del protagonista. La musica è una delle vere e proprie protagoniste in questa indagine, in quanto si fa portavoce di intuizioni, analisi, messa a fuoco di eventi e bilanci. Ed è la musica stessa che contrubuisce a creare un vero e proprio giallo d’atmosfera.

“Manrico aspirò un odore composto, che sapeva di salmastro, alghe corrotte, catrame, acido fenico e pioggia. L’odore del porto. Amava quell’odore. Gli ricordava l’infanzia. Le gite in barca. Le ore passate a rosolarsi al sole. E l’adolescenza. Il turbamento delle prime forme femminili intraviste fra passerelle, arenili e cabine. Certe compagne dai capelli fini, il loro timido incedere su gambe troppo lunghe, troppo sottili. La sua curiosità assillante: dove andranno a finire quelle benedette gambe? Ma stava divagando. Era scomparso un uomo”.

C’è anche molto malinconia in questo romanzo, la malinconia di chi si volta indietro a ricercare nel proprio passato e nella propria infanzia i germogli del presente, ma anche una struggente malinconia dello stesso presente, ebbro di incertezze e ombre.

I caratteri dei personaggi sono ben definiti, reali, e le numerose donne che incontriamo, così diverse e sfaccettate, non sono solo presenze di contorno, ma attivatori e propulsori della tramma stessa e evidenziano la spiccata capacità dell’autore di introspezione psicologica dei personaggi.

Ma oltre alla malinconia, “Un cuore sleale” arde di vera passione, quella passione profonda e condivisa capace di dare il senso quando intorno la perdita di senso pervade ogni cosa.

Tematiche e suggestioni che rendono questo giallo assolutamente coinvolgente anche per chi si approccia per la prima volta alle vicissitudini di Manrico Spinori.

“Cercare la sua mano, insinuarsi nei suoi pensieri, condividerli. Condividere la febbre. Desiderare di esserne contagiato per sempre. Fuori dal tempo e dal mondo, nell’unici tempo e modo che abbiano ancora un senso”

Erika Pucci

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ultimo aggiornamento: 13-12-2020


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